Francamente non ricordo come mi ha preso la passione per Venezia e la sua storia, una specie di contagio al quale non ho saputo resistere. Leggere le vicende della millenaria Serenissima mi ha stregato come la più tenera, ma anche la più impetuosa, delle amanti e come mai nessun periodo storico nelle mie letture aveva fatto prima.
Neppure ricordo perché mi è balzata in testa l’idea di scrivere un libro ambientato nella città dei dogi. Di sicuro dapprima mi sono accinto all’impresa in modo abbastanza confuso, schiarendomi le idee man mano che il fuoco bruciava dentro. Ovviamente, non essendo uno storico di professione, fin da subito ho scartato l’idea di un testo in tal senso.
Alla fine ho deciso per un giallo, senza temere confronti con i migliori autori che in questo genere, e soprattutto nella variante con ambientazione storica, si sono cimentati numerosi. Diciamo pure che non mi è mancata una certa dose di incoscienza. Per lo più come scavezzacollo letterario, il sottoscritto ha pensato bene di aggravare il suo stato anche con qualche complicazione.
Infatti ho introdotto personaggi vissuti al tempo, il 1605. Pertanto ho dovuto rispettare tempi e ruoli che avevano ricoperto quando erano in vita, lasciando libertà alla fantasia nel descrivere i loro tratti caratteriali e le rispettive azioni nel corso di una trama di pura invenzione.
Non è tutto. Ho infilato nel racconto anche delle brevi digressioni su usi e costumi del tempo, aneddoti, curiosità, qualche fatterello storico, che nelle mie intenzioni dovrebbero contestualizzare il giallo nella sua epoca e insieme impreziosirlo. Circa queste particolarità rimando a questo link del sito Il Signore di Notte.
Conseguenza: le ore di lettura in internet e su carta alla ricerca della documentazione si sono sommate a quelle di stesura del romanzo. Esagerando potrei dire di avere dedicato più tempo alle prime che alle seconde.
A tratti ho cercato di imprimere allo stile di scrittura un tono volutamente dissacratorio; il protagonista è tutt’altro che un eroe positivo, con difetti e difettucci che lo mettono alla berlina. Attorno a lui agiscono figure diverse e diversificate: talune sembrano muoversi guardinghe, perfino sospettose, altre irrompono con violenza e senza riguardi; certe sono disperate in contrapposizione alla leggerezza di altre. Il clima è quello di una Venezia che si è lasciata alle spalle secoli di splendore e ora si trova alle soglie di una lunga decadenza. Pare che alla fine sia la città a emergere come protagonista del romanzo.
Dopo quasi otto anni di lavoro, sfruttando i ritagli di tempo da altri impegni e non senza lunghe interruzioni, ne è uscito un libro del quale sono soddisfatto, un piacere vederlo pubblicato. Che non vi spaventi il numero delle pagine: voleranno via come le nuvole quando tira vento.
Grazie a voi se vorrete leggerlo.
Gustavo Vitali
nella foto tratta da Wikipedia:
il Bucintoro in un dipinto del Canaletto